La Sommelier dell'arte

Jeff Koons a Palazzo Strozzi: ecco perché andare subito a vedere la mostra

Jeff Koons è ufficialmente l’artista -vivente- più quotato al mondo: la sua opera più costosa, che ha battuto ogni record, è il famoso Silver Rabbit in acciaio inox, battuto all’asta nel maggio 2019 per oltre 91 milioni di dollari.

La sua arte -negli anni manifestatasi come poliedrica e versatile- ad oggi è per lo più incentrata sulle famose sculture in acciaio inox che ricordano gli animali fatti con i palloncini che si trovano nelle piazze delle grandi città. Ed è proprio a questo suo “marchio di fabbrica”, meglio conosciuto come Ballon Sculptures che è dedicata la mostra che si trova a Palazzo Strozzi, nel cuore di Firenze, fino al 30 gennaio.

Ballerina Jeff Koons

Ve lo dico da scettica: la mostra è una bomba. Io amo l’arte un pò più moderna e romantica (intesa come appartenente al periodo del romanticismo), ho sempre creduto che l’arte contemporanea con il suo “concettualismo” fosse lievemente sopravvalutata e sì, anche a me è capitato di pensare che in fondo, un’opera come quella che ricorda i palloncini che si comprano ai bambini, non può essere definita arte. Ma la mostra Shine , mi ha fatto completamente cambiare idea, ecco perché.

I colori: può sembrare una banalità, ma i colori scintillanti -vedendo le opere dal vivo capirete bene anche la scelta del titolo della mostra “Shine”– vi catapultano in una tavolozza degna del Tiziano o Raffaello del periodo d’oro. Blu di Prussia, rosso cobalto, giallo oro, viola, le sfumature delle sculture di Koons sono infinite e per un attimo ci si dimentica di essere ad una mostra di un artista ancora vivente; sembra quasi di essere catapultati in una tavolozza rinascimentale, cambiano solo le forme delle opere d’arte

I soggetti: Koons la sa lunga. Inizialmente  le prime sculture a tema “ballon” l’artista le ha create per  il figlio, cresciuto fin dall’infanzia lontano da lui perché affidato alla madre Ilona Staller.  Vedendo che queste sculture hanno avuto un ruolo importante nel rapporto con il figlio, Koons ha intuito che sarebbe stato facile fare breccia nel cuore dei collezionisti giocando con le stesse forme.

Quanti di loro sono come lui padri separati? Quanti avrebbero avuto piacere a regalare una sua scultura ai figli? Quanti amanti dell’arte, avrebbero apprezzato le sue opere, perché in un solo colpo si unisce la bellezza, il senso dell’estetica e si tocca la corda dell’infanzia, del ricordo di un periodo felice e spensierato della vita?

Orsacchiotto Jeff Koons

L’infanzia, tema “di background” a cui Koons dedica la sua arte, è il fulcro delle forme che danno vita alle sue opere. Infanzia non solo intesa come ricordo, ma anche come tenerezza; concetto divinamente espresso con le opere della prima sala, la ballerina ed il cuore. Chi non si intenerisce davanti a opere come queste? Chi davanti all’orsacchiotto non viene smosso da un sorriso, sentendosi riaffiorare nel cuore il ricordo di almeno un momento felice di quando da bambina/o si addormentava senza pensieri?

La sala tra antico e contemporaneo

Il gioco tra antico e contemporaneo : per chi come me ama soprattutto l’arte dei secoli scorsi, la penultima sala è un ponte tra due millenni. Le sculture in gesso ed i quadri di epoca moderna che vengono accompagnati da una palla blu -anch’essa rigorosamente in acciaio inox brillante- uniscono l’arte classica greco-romana a Koons. Un gioco che lascia inizialmente disorientati ma che una volta “capito” lascia aperte molte riflessioni sull’evoluzione dell’arte.

Ed il gioco tra antico e contemporaneo continua anche nella sala finale. Due versioni di Venere, quella rossa è un omaggio alla venere di Willendorf, realistica, grondante di abbondanza e forma, e la seconda è un omaggio al concetto di Venere di oggi, secca e senza forme, ma con le tette ben in evidenza. A voi la scelta di quale Venere sia la migliore.

Venere da Willendorf ai giorni nostri

Ps Una cosa che non dovete dimenticare quando visitate la mostra; voi siete parte integrante dell’opera

 

Ilenia Carbonara 

 

La Sommelier dell'arte

Mi chiamo Ilenia Carbonara e mi occupo di comunicazione per l’arte e l’enogastronomia.

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